03/04/2023. Con l’egittologo Aristide Malnati, ospite nella 5°puntata del nostro programma TV “MONDO CAVALLO”, ripercorriamo la storia del cavallo dai tempi antichi ai giorni nostri.

 

 

Il cavallo, è senza dubbio l’animale che nei vari secoli, più di qualunque altro essere vivente, ha aiutato e supportato l’uomo nelle sue attività: dal lavoro quotidiano, alle guerre di conquista, alle imprese sportive.

Assieme ad Aristide Malnati riviviamo alcune tappe, pietre miliari del rapporto uomo/cavallo: dai tempi della Magna Grecia alla Terra Santa, dall’antico Egitto fino ai nostri giorni, ma anche dalla Cambogia antica a quella attuale, parlando anche dei cavalli mitologici che tanto attirano la fantasia dei bambini. Questo è stato anche il tema della prima parte della 5° puntata del nostro programma TV “MONDO CAVALLO” del 17 marzo 2023, andata in onda su Telenova e pubblicata su YouTube.  

Il link per vedere la 5°puntata di Mondo Cavallo è: https://www.youtube.com/watch?v=Y2HEb0asoC0 

Grecia, “Grande patria del cavallo” così esordisce Aristide, ricordando subito Pegaso, il mitologico cavallo alato che fu generato da Posidone e dalla Gorgone Medusa e che Zeus Re dell’Olimpo, utilizzava per portare e lanciare le folgori. “Oppure viene alla mente Fetonte, che non riusciva a manovrare le redini dei cavalli imbizzarriti del carro di fuoco di suo padre Febo Apollo e che cadde sulla terra bruciandone vaste parti”.

Tutto questo per dire che il cavallo nel “mito” è fortemente presente. Ricordiamo il prode Achille, l’eroe chiave dell’Iliade, figlio della dea Teti e del mortale Peleo, re dei Mirmidoni popolo della Tessaglia, che aveva Balio (cavallo immortale) e Xanto a supportarlo nelle immortali gesta con il suo cocchio guidato dal fidato Automedonte. 

 

 

Più di tutti però il cavallo che, nell’immaginario collettivo viene più spesso ricordato abbinato all’antica Grecia, è Bucefalo. E così si esprime Aristide su questo destriero: “L’amico speciale di Alessandro Magno, il cui nome significa testa di bue ad indicarne la possenza, aveva un occhio azzurro ed uno scuro, era un cavallo particolare con cui Alessandro, allora definibile come re del mondo, instaurò un legame particolare quasi simbiotico”. Questo binomio fantastico nasce perché Filippo il Macedone, primo proprietario di Bucefalo, aveva problemi nella sua doma. Alessandro si accorse che il cavallo aveva paura della sua ombra e quindi lo volse con il muso verso il sole in modo che non la potesse vedere, così potè salirgli in groppa. Da quella volta il binomio fu indissolubile. Bucefalo morì in India per le ferite riportate nella battaglia nel Punjab nel 326 a.C. contro l’indiano Re Poro, che aveva una cavalleria dotata anche di poderosi elefanti. Sulla tomba di Bucefalo è stata fondata una città: Alessandria Bucefala, oggi Jhelum.

 

 

Terra Santa, “Sono stato da poco in Israele, a Gerusalemme, nelle città vecchia dove c’è il Tempio di Erode, nel quale esistono delle carreggiate dove allora passavano coi carri”, ci spiega Aristide. Deve essere sottolineato il fatto che allora i re entravano in città a cavallo di un asino, proprio come fece Gesù. Solo più tardi nel 69 d.C. la cavalleria romana stravolse le regole portando in Terra Santa cavalli di origine della Maremma laziale e cavalli celtici (acquisiti nelle conquiste), infatti ricorda Aristide: “gli Hyksos nomadi semiti che vivevano della Mesopotamia, avevano portato il cavallo nell’Anatolia e nell’Egitto nel 1600 a.C.”

 

 

Per parlare di binomi stravaganti, ricordiamo che dal 37 al 41 d.C., Caligola avrebbe voluto nominare senatore il suo cavallo di nome Incitatus. Mentre, ci dice Aristide: “Masada (antica fortezza nella Giudea, sita su una rocca a 400 metri di altitudine rispetto al Mar Morto), è il luogo dove la Legione romana Decima Fretense nel 70/72 a.C. dotata di cavalleria, sedò la rivolta dei ribelli giudei (Zeloti) sollevatisi a seguito della morte di Erode. Ed ancora oggi esistono importanti vestigia di questi avvenimenti storici”.

 

 

Poi viene da pensare al periodo delle Crociate, al grande condottiero Barbarossa che lottò in Terra Santa. Cioè si fronteggiarono allora una cavalleria leggera ed agile, quella del “feroce Saladino”, contro una cavalleria più pesante fatta di cavalli normanni ed anglo-sassoni.

 

    

 

Luoghi questi che Aristide Malnati ha da poco visitato con Virginia Reniero co-conduttrice per il programma televisivo “Storia e Misteri” e che sono descritti anche nel libro “I Mille Volti d’Oriente”, scritto proprio da Aristide e Virginia per Giraldi Editore.

 

 

Egitto, “Mia area confort” – dice Aristide – “Nel periodo faraonico (secondo periodo intermediario) quasi all’inizio del nuovo regno, arrivarono gli Hyksos come già accennato, con i cavalli che erano stati finalmente domati”. I faraoni assieme agli assiri, furono i primi a creare un attacco con ruote: il cocchio”. Molto efficace per fare guerra e per andare a caccia.  A questo proposito Aristide ci parla del famoso Tutankhamon nel 1321 a.C. : “durante una battuta di caccia Tutankhamon cadde dal cocchio e si procurò un ferita al ginocchio poi sfociata in setticemia che lo portò alla morte, di cui si è venuti a conoscenza grazie ad una TAC fatta sulla sua mummia”. 

 

    

 

Anche in questo contesto esistono racconti fantastici come quello delle 50 giumente (cavalle da riproduzione) che Maometto sottopose alla prova di “obbedienza”, chiamandole a sè mentre erano assetate e solo 5 di esse si recarono da lui prima di andare a bere. Proprio da queste 5 giumente si dice sia nata la pura razza “Asil” che fece dell’allevamento del cavallo “arabo puro” quasi un dogma religioso.

 

    

    

 

Da questa leggenda nascono le linee genealogiche dei purosangue arabi che gli uomini blu, i Tuareg, allevavano nel deserto (desert-bred), che nel tempo diedero vita alle linee di sangue base del cavallo definito purosangue inglese, il galoppatore, il cavallo che si vede oggi negli ippodromi di tutto il mondo con in sella il fantino. Razza che ha avuto origine proprio da tre capostipiti di provenienza medio-orientale: Darley Arabian (1730), Godolphin Arabian (erroneamente più volte citato come berb) (1724) e Byerley Turk (1705). Nasce così lo Stud Book inglese nel 1793 che raccoglie tutti gli stalloni e le fattrici discendenti di questi tre capostipiti, in tutto il mondo.

 

    

 

Cambogia, Ho visitato questo territorio poco prima del Covid – ci dice Aristide – sono stato all’interno del sito archeologico di Angkor ed ho visitato il tempio Angkor Wat. Pensate che la città cresciuta in questa area era dieci volte più grande della attuale Londra e siamo nella Cambogia del 1000 d.C. circa. Era la più grande città del mondo di quei tempi“. Tipico di questo paese è il pony Cambogia, di derivazione del pony Vietnamita, un cavallino molto resistente alla fatica, che forse lo è di più anche del famoso pony Hokkaido, di origine giapponese.

 

      

 

Storia, cavalli, mitologia, sono argomenti di grande fascino che affronteremo anche in seguito, parlando di altri periodo storici e altri cavalli famosi come per esempio: Marengo il cavallo di Napoleone Bonaparte o Ronzinante il destriero (si fa per dire) di Don Chisciotte. Sono tanti i momenti storici che vedono il cavallo impegnato in qualcosa di sensazionale, come le conquiste di Gengis Khan, che a cavallo realizzò un impero che si estendeva dalla Mongolia a Cracovia. Ma di questo parleremo in seguito….

Daniele Fortuzzi e Daniela Carlotti

03/04/2023