3 febbraio 2015. Periodo importante questo per fattrici e stalloni: quando partorirà la mia cavalla? // Il parto della cavalla // Cavalle in fase di transizione

 

 

Quando partorirà la mia cavalla?

 

Quando partorirà la mia cavalla?

Qui purtroppo non troverete la risposta! La gravidanza dura 11 mesi ma la variabilità è alta (da 320 a 370 giorni).
Ecco una carrellata dei sistemi adottati per evitare notti insonni (ma sapete che le cavalle non partoriscono solo di notte, vero?).

Data dell’ultimo salto. Conoscere la data esatta: assicuratevi che sia quella della copertura (last service) e non quella del parto previsto (due date)

Le fasi lunari. Alcuni allevatori sostengono che le cavalle partoriscano con la luna nuova, ma non c’è alcuna evidenza scientifica.

Conoscere la propria cavalla. Talvolta aiuta: una pluripara non sarà un orologio preciso ma di norma ha una preparazione al parto tutta sua (ritardo o anticipo sulla data, preparazione della mammella, comportamento…)

L’esperienza del caporazza. Chi ha assistito tanti parti si è fatto sicuramente una sua cultura… ma se è veramente del mestiere non si sbilancerà in previsioni.

Valutazione del colostro. L’innalzamento della concentrazione di Calcio e l’abbassamento del Ph nel latte sono parametri considerati attendibili dell’imminenza del parto (esistono in commercio appositi Kit).

Collare.  Applicato alla cavalla segnala che sta sudando o che è coricata: purtroppo genera falsi allarmi.

Esami del sangue. Diversi parametri ematici possono essere di aiuto ma sono sistemi sicuramente poco pratici (tempo, costo, impegno).

Temperatura. Un abbassamento della temperatura corporea rispetto a quella misurata alla mattina secondo alcuni sarebbe indicativo del parto.

Foal alert. Sulla cavalla viene applicato un sensore in grado di segnalare la dilatazione del canale di parto: è però costoso.

Induzione del parto. Quando il veterinario valuta che la cavalla sia effettivamente pronta a partorire somministra dei farmaci per innescare il parto che avviene di norma entro le 12 ore. Non è comunque una procedura scevra di rischi!

 

 

Il parto della cavalla

Finalmente ci siamo:  il momento tanto atteso è giunto! Chi non ha mai assistito ad un parto sarà sorpreso di come tutto avvenga in pochi minuti. 

La cavalla irrequieta continua a girare nel box: la cosa migliore da fare è limitarsi a tenerla d’occhio da lontano (magari attraverso una telecamera); è piuttosto il momento giusto per allertare il veterinario e procurarsi un aiutante, nel caso ce ne fosse bisogno.
Un rumore di scroscio d’acqua segnala la rottura delle acque e di lì a poco spunta una bolla bianca (il sacco amniotico): la cavalla continua ad alzarsi e sdraiarsi girando per il box ma, quando finalmente si sdraia, con poche spinte compaiono gli arti anteriori e il muso del puledro. Volendo intervenire, lo si afferra tirando in direzione dei garretti della cavalla assecondandone le contrazioni.
Subito la madre annusa il neonato e quando si alza si rompe il cordone ombelicale.

Adesso potete rilassarvi, telefonare agli amici e scattare le prime fotografie… Chissà se avete fatto caso se sia maschio o femmina?
La cavalla perderà la placenta nel giro di un paio d’ore ed il puledro dovrebbe mangiare entro 4 ore: lo si può aiutare nei suoi tentativi, ma quanti ne abbiamo visti alzarsi ed andare a mangiare dopo una dormita ristoratrice: la cosa davvero importante è mantenere la lettiera alta e pulita.

Questo è un video di tanti anni fa… bei tempi gli anni ottanta: come eravamo tutti più giovani!

 

partoeneonato

 

 

 

Cavalle in fase di transizione

Le cavalle vanno spontaneamente in calore solo verso la fine di Marzo, in seguito all’aumento delle ore di luce e delle temperature.
Il periodo tra anaestro (completa assenza di attività sessuale invernale) e il primo calore è detto “di transizione” ed ha durata soggettiva e stagionale.
In questa fase la cavalla ha un comportamento “strano”: rimane in calore anche per settimane, alla sbarra accetta lo stallone ma calcia se si tenta di coprirla o, viceversa, si riesce a coprirla per diversi giorni senza che chiuda il calore (aumentando il rischio d’infezioni uterine).
Per questi motivi, spesso, la fase di transizione è causa di vere e proprie “scocciature” per gli allevatori!
Far visitare la vostra fattrice da un veterinario è l’unico modo per appurare se la cavalla è in questa fase o meno e non esistono sistemi per evitarla o predirne la durata. Si può, però, cercare di accorciarne il decorso, mettendo in pratica i consigli già dati per anticipare il primo calore (dare biada germinata, aumentare ore di luce e temperatura) mentre il veterinario potrà consigliarvi dei trattamenti farmacologici (della durata di 15-20 giorni) che solitamente risultano efficaci.

Ci auguriamo che la vostra cavalla quest’anno resti gravida… se così non fosse, però, la prossima stagione giocate d’anticipo!
Ricordatevi questi consigli perché anticipando i primi calori, il periodo di transizione non sarà più problematico.Transizione

fonte : Allevamento SAB