RaimondoVisione: un altro pezzo di sagacia, bravura giornalistica e…..passione ippica di Franco Raimondi: Vedelago, i fatti, il Derby di Galoppo e le Oaks

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L’Albo d’Oro del Derby Italiano, che inizia nel 1884, ha due note a piè di pagina: 1918 e 1944, corso a Milano; nel 1945 corso abbinato al Grand Premio d’Italia a Milano. Quest’anno abbiamo rischiato di aggiungerne un’altra: non disputato per sciopero dei fantini. L’agitazione è rientrata, messa in stand by fino alla fine di maggio, ma non per questo il malessere è passato. I fantini hanno accettato di correre, adeguandosi allo spirito di resistenza di tutto il settore che, tra mille difficoltà, non vuole mollare.
Sarà un Derby tutto italiano – almeno per quanto riguarda i proprietari – e non sarà la prima volta che nessuno straniero scenderà a Capannelle per quello che, comunque, è il gruppo 2 più ricco del galoppo europeo con i suoi 770.000 euro. Era già successo nel 2005, l’anno in cui De Sica trafisse Ramonti. Allora era statoun caso, questa volta ci sono delle ragioni ben precise che hanno convinto gli inglesi (Holy Warrior è rimasto ma non correrà) e i tedeschi a dichiarare forfeit sia a Capannelle che a San Siro nelle Oaks, in cui sono rimaste solo in 15. Le ragioni le conosciamo e si riconducono – in un certo senso – a quelle che hanno portato i fantini a un passo dal blocco delle corse. Gli stranieri non sono più disposti a correre per dei soldi virtuali (meglio futuri) come fanno ormai da mesi i proprietari, gli allevatori, gli allenatori e i fantini italiani. La cosa più strana è lo squilibrio tra un settore che sta faticosamente cercando di ridisegnarsi e un Palazzo che si comporta come se nulla fosse successo, preso più dalla polvere della burocrazia che dalle urgenze drammatiche. Il Derby è solo un esempio. Il galoppo ha cercato di rimodellarlo, suggerendo modifiche di data e aumento di dotazione per favorire la partecipazione degli stranieri e, quindi, una crescita di prestigio e rating nella speranza di tornare al gruppo 1. Il palazzo ha reso vani tutti questi sforzi, condannandoci all’isolamento. L’effetto l’abbiamo visto sul Presidente della Repubblica. Quella che è andata in scena domenica è stata un’edizione autarchica. Ha vinto Vedelago, viva Vedelago e il suo team (Brotto, Botti ed Esposito) ma il suo successo in termini internazionali è passato inosservato. Pierino Brotto ora dovrà inventarsi qualcosa per trovare spazio all’estero al campione che ha suggellato il suo lungo e brillante percorso professionale all’estero. Se fossero venuti un paio di stranieri e Vedelago li avesse battuti la storia sarebbe diversa. A questo punto il Dottore dovrà lavorare di fantasia, guardando all’Inghilterra dove però non c’è programma a parte i gruppi 1 o all’America. Un destino da emigrante, insomma. L’instabilità, l’incertezza, impoveriscono il galoppo. C’è poco da fare. Quando ti capita tra le mani un cavallo buono sei costretto a venderlo per fare cassa oppure a mandarlo fuori, perché le nostre corse non garantiscono più la valorizzazione. E’ un circolo di negatività, che innesca sfiducia e colpisce tutti. Un conto è andare all’estero cercando la grande vittoria internazionale, partendo da una piattaforma “italiana” solida. Un altro è togliere le tende e andare a cercare fortuna, forti della propria abilità. I nostri fantini ci sono riusciti, Marco Botti ha continuato la strada aperta da Luca Cumani, l’antenna francese Botti sta conquistando un suo spazio. I professionisti lo possono fare, i proprietari e gli allevatori un po’ meno. Negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale il numero dei cavalli di proprietà italiana in allenamento all’estero ed è diminuito drasticamente quello degli acquisti di qualità. E’ venuto a mancare il piacere di avere un buon cavallo, per vincere le corse importanti. Questo tema l’abbiamo affrontato a sfinimento e non vogliamo tediarvi ulteriormente. Ci interessa solo aggiungere un elemento, quello del pubblico. Le corse chiuse andavano bene tanti anni fa quando esisteva ancora l’abitudine di andare all’ippodromo per passare un pomeriggio di festa. Ora non c’è più la festa, che da sola era sufficiente a convincere la gente, e il livello delle corse si è abbassato. E’ un brutto processo, da spezzare in fretta. Il calcio italiano sta pagando in termini di risultati e incassi lo spettacolo scadente che mette in scena da un paio d’anni. Vogliamo seguire il loro cattivo esempio o pensiamo di poter sfruttare la crisi pallonara? Buon Derby a tutti, non vi stiamo prendendo in giro!

Il tour di selezione degli yearling per l’asta di settembre è iniziato. John Clarke, il consulente SGA, è partito dal Sud per ispezionare i circa 250 puledri “pre-iscritti” e domenica sarà a Roma per il Derby, a disposizione degli allevatori. La lista dei segnalati propone paternità importanti che segnaliamo in ordine alfabetico: ACCLAMATION, AQLAAM, ARCANO, CAPE CROSS, DUTCH ART, EXCEED AND EXCEL, IFFRAAJ, LAWMAN, LOPE DE VEGA, MAKFI, MASTERCRAFTSMAN, NEW APPROACH, RAVEN’S PASS, RED ROCKS, RIP VAN WINKLE, ROCK OF GIBRALTAR, SEA THE STARS, SELKIRK, TEOFILO… e tanti altri! Sga Sales… Run to Daylight!

fonte: Il Purosangue  /  SGA