Tratto da IL PUROSANGUE, lunedì 17/12/2012. “RaimondoVisione” di Franco Raimondi: Arima Kinen (Giappone) e Premio U.N.I.R.E. (Italia)

RaimondoVisione
Domenica in Giappone ci sarà una corsa su cui si giocheranno circa 400 milioni di euro. Una cifra che ci permetterebbe praticamente di sfogliare le margherite per gli altri 364 giorni dell’anno e vivere felici. I 400 milioni di movimento sull’Arima Kinen sono la media calcolata sugli ultimi cinque, un periodo non proprio semplice per il Giappone che ha dovuto fare i conti con un cataclisma, unito alla Crisi Mondiale. Infatti il gioco sull’Arima Kinen è calato nell’arco di cinque anni del 16,5% ma la cifra presa nel complesso ci sembra pazzesca. E lo è, semplicemente perché la formula della corsa è azzeccata. La Japan Racing Association mette in scena la domenica del Natale (ogni tanto coincide, talvolta cade prima o dopo), quando in casa si gioca a tombola, la corsa che tutti vogliono. Il pubblico è chiamato a scegliere 10 dei 16 partenti (quasi come alle primarie), gli altri li decide l’organizzazione per evitare pasticci che d’altra parte sarebbero impossibili. Dove si possono trovare 16 partenti
per una corsa da 4 milioni di euro a peso per età? Metà dei concorrenti sono in campo per la bandiera, magari sperando in un buon numero di steccato che possa livellare – su una pista a raggio ridotto come quella di Nakayama – la differenza di qualità.  I campioni corrono perché la gente lo pretende. Quelli meno buoni ci provano perché… hai visto mai! E l’Arima Kinen è lo spettacolo su cui sono sintonizzati tutti i televisori. Apparentemente i giapponesi hanno inventato una formula magica. In realtà l’avevamo fatto prima noi, nel nostro piccolo in Italia. Tanti anni fa c’era una corsa che si chiamava Gran Premio Unire e si disputava il 26 dicembre (Boxing Day per gli inglesi). Non aveva concorrenza di altri eventi sportivi. Vi ricordate quando la tv ci propinava il Torneo dei Quattro Trampolini, salto con gli sci? Ai tempi c’era l’Unire con la diretta tv da Napoli e la cronaca di Alberto Giubilo. Non correvano i migliori ma con un Natale da cancellare e le tredicesime in tasca (una volta esistevano anche queste cose) ci si industriava per inventare il cavallo giusto. A un certo punto l’Unire – nel senso di corsa – ha iniziato a ballare, qualche volta spostata in avanti e qualche altra indietro, ha cambiato formula (handicap principale, handicap limitato) ed è diventato un ossetto da spolpare. Relegato in un angolo del calendario, senza interesse da parte dell’industria. E il pubblico ha continuato a fare il suo, nonostante l’inesistente promozione. Infatti, quando un paio d’anni fa ci siamo presi la briga di controllare quale corsa in Italia aveva sviluppato il movimento di scommesse più alto abbiamo trovato la sorpresa non sorpresa: l’Unire. Domenica l’Unire si correrà a Roma perché a Napoli è stata bloccata l’attività. La corsa che dovrebbe raccogliere il massimo è stata sistemata grazie a una soluzione di fortuna, con le iscrizioni che verranno chiuse domattina (martedì) e Piero Celli che dovrà fare l’appello, ricordandolo a tutti. Fino a venerdì sera si trattava di una listed sull’erba e sui 2250 di Agnano. Si correrà sui 2100 all weather di Capannelle. Non è proprio la stessa cosa ma fa niente. L’importante è che ci siano i soldi al traguardo. Buon Natale e ci risentiamo il 7 gennaio. 

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fonte. A.N.A.C. / SGA