Sunday, July 16, 2017. Kitten’s Joy’s Taareef Keeps Al Wukair At Bay In the Messidor – video della corsa // ANAC: Capitali in fuga

 

Kitten’s Joy’s Taareef Keeps Al Wukair At Bay In the Messidor 

6th at MLF, Gr. Stk, 80000 G3 Prix Messidor (8f) Winner: Taareef, c, 4 by Kitten’s Joy
 

 

Taareef | Scoop Dyga

By Tom Frary

Much of the focus was on Al Wukair, who was returning from a break having finished third in the G1 2000 Guineas at Newmarket May 6, but Taareef was able to give that immensely promising 3-year-old eight pounds and a ready beating as he continued his rise to prominence. Runner-up in the G3 Prix de Fontainebleau over a mile at Chantilly last April, the chestnut was seventh in the G1 Poule d’Essai des Poulains at Deauville the following month before winning the nine-furlong G3 Prix Daphnis back at the former venue in June. Fourth behind Almanzor (Fr) (Wootton Bassett {Ire}) in the G2 Prix Guillaume d’Ornano over an extra furlong at Deauville in August, he had signed off with a win in the G2 Prix Daniel Wildenstein reverting to a mile at Chantilly in October and returned under a four-pound penalty to deny his G1 Prix Jean Prat-winning stablemate Zelzal (Fr) (Sea the Stars {Ire}) in the G3 Prix Bertrand du Breuil also at this trip back at Chantilly June 18.

Held up initially by Ioritz Mendizabal, he moved closer to the forcing tempo set by Shutterbug (Fr) (Soldier of Fortune {Ire}) at halfway before gaining the advantage from that rival approaching the furlong pole. Staying on strongly as Al Wukair made a move similar to that he had employed in the G3 Prix Djebel here in April, Taareef stayed in control as the line neared and had accounted for the Fabre runner with a degree of authority there. The stakes-placed dam is a daughter of Marianna’s Girl, who captured the GIII Linda Vista H. and produced five stakes winners including the GIII Stars and Stripes H. winner Marastani (Shahrastani) and the GIII Poker H. scorer Christine’s Outlaw (Wise Again). The third dam Marianna Trench, who produced the GII Oaklawn H. hero and GI Whitney H. runner-up Bold Style (Bold Commander), boasts several stakes performers among her descendants including the GIII British Columbia Breeders’ Cup Oaks winner Summer Symphony (Summer Squall). Sacred Feather also has an as-yet unnamed 2-year-old colt by Point of Entry and a yearling filly by Bernardini.

Sunday, Maisons-Laffitte, France
PRIX MESSIDOR-G3, €80,000, MLF, 7-16, 3yo/up, 8fT, 1:34.86, gd.
1–TAAREEF, 130, c, 4, by Kitten’s Joy
1st Dam: Sacred Feather (SP-US, $187,177), by Carson City
2nd Dam: Marianna’s Girl, by Dewan
3rd Dam: Marianna Trench, by Pago Pago (Aus)
($675,000 Ylg ’14 KEESEP). O-Sheikh Hamdan bin Rashid Al Maktoum; B-Dixiana Farms LLC (KY); T-Jean-Claude Rouget; J-Ioritz Mendizabal. €40,000. Lifetime Record: 9-6-1-0, €303,000. Werk Nick Rating: A. 

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2–Al Wukair (Ire), 122, c, 3, Dream Ahead–Macheera (Ire), by Machiavellian. (200,000gns Ylg ’15 TATOCT). O-Al Shaqab Racing; B-Ballylinch Stud (IRE); T-Andre Fabre. €16,000.
3–Attendu (Fr), 128, c, 4, Acclamation (GB)–Gwenseb (Fr), by Green Tune. O/B-Wertheimer et Frere (FR); T-Carlos Laffon-Parias. €12,000.
Margins: 2, 2, HF. Odds: 2.10, 0.70, 8.00.
Also Ran: Shutterbug (Fr), Wireless (Fr), Mankib (GB). Scratched: Kourkan (Fr). 

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fonte : TDN

 

 

 
 
CAPITALI IN FUGA

 

Un’altra occasione persa. Poi, ragionate voi se metterci accanto un punto interrogativo o un punto esclamativo. Fate voi. Si, perché il fine settimana internazionale ci ha dato un po’ di spunti per quanto concerne le occasioni che sta perdendo l’allevamento italiano, in qualche modo. Sabato Dylan Mouth si è lanciato in una vittoria in Classe 2 ad Haydock e, sebbene non si tratti un G1 inglese, ha conquistato una vittoria in Inghilterra dopo i 3 G1 vinti in Italia ed una carriera per certi versi notevole, da campione italiano. Ed invece no, il vecchio Dylan, arrivato a 6 anni, ha forse trovato nuova verve dalla nuova collocazione. Rimarrà in Inghilterra a fare gli heritage, se rientrerà con il rating, oppure proverà ancora a livelli di G3, G2 e G1. Oppure verrà venduto in Australia per fare le corse sulla lunga distanza. Oppure verrà trovato un posticino in allevamento in UK, dove c’è molta concorrenza, finendo per non essere valorizzato. Il fatto è però che nei prossimi giorni passerà come materiale in training alle July di Tattersalls (sempre che Felice Villa non ci ripensi, ipotesi non peregrina) e se tutto andrà come deve, verrà venduto per prendere altri lidi. Magari australiani, appunto. Ed arriviamo al punto di cui sopra. Uno come Dylan Mouth avrebbe potuto certamente far parte del roster degli stalloni in Italia, come alternativa ai già buoni che abbiamo.. Dylan Thomas (Danehill) e Cottonmouth (Noverre), ottimo “nick” per molte delle nostre fattrici ancora in Italia. Invece forse verrà venduto. Ma pedigree e carriera di corse compongono certamente una base su cui poter in qualche modo partecipare alla crescita del nostro piccolo grande mondo, del nostro fiore all’occhiello. Altro esempio. Tre settimane fa abbiamo visto all’opera Kaspersky, finire quarto nelle Queen Anne Stakes. Si tratta oramai di un ex italiano ma che, per pedigree e carriera di corse, avrebbe certamente fatto bene come stallone in Italia. Fisico notevole, morfologia eccellente, figlio di Footstepsinthesand, la mamma è una rappresentante delle più ricche famiglie italiane, che fa capo a mamma Claba di San Jore. Invece no. Altro esempio. Ieri General Sherman (Teofilo) ha ottenuto la terza vittoria ad Hong Kong, da quando è stato venduto a Sha Tin. Figlio di Teofilo (Galileo), bellissimo cavallo, la mamma è Cromac, della stessa famiglia femminile di cui sopra. Ora come ora non ha più gli orpelli riproduttivi, ma in ogni caso lo avremmo già salutato ed un Teofilo (€40,000 in Irlanda) in Italia sarebbe stato ben accolto. Altro esempio ancora riguarda Patriot Hero, altro Nuova Sbarra bred rappresentante di un’altra famiglia buonissima del nostro allevamento, oramai dispersa. E niente, anche lui, da Pivotal (stallone ritirato), avrebbe potuto certamente arricchire il nostro allevamento inducendo, se mai gli aiuti sarebbero potuti arrivare come “incremento razze equine”, con allevatori capaci e invitati ad investire su fattrici da destinargli, facendo rinascere il settore e riportandolo allo spessore noto. Ipotesi, suggestioni, ma ce ne vengono in mente ancora altre. Ritornando alle occasioni perse, ecco che dalla Nuova Zelanda ci arrivano informazioni e notizie molto importanti che riguardano Jakkalberry, residente presso il Novara Park di Luigi Mollo. Beh, i suoi figli sono bellissimi e alle aste di gennaio hanno realizzato prezzi a 6 cifre. C’è entusiasmo e da quelle parti c’è attesa sui debutti. Jakka è stato campione italiano, profilo simile a quello di Dylan Mouth con seconda parte della carriera in Inghilterra, e depositario di una delle linee di sangue più prolifiche della terra e sempre riconducibile a Claba di San Jore tramite la famosa intuizione di Enrico Arcari, uomo di allevamento dall’intuito fine, che acquistò nel 1956 per la Scuderia Alpina Crenelle (Crepello), la quinta madre di Crackerjack, Jakka ed i suoi fratelli. Una fattrice base per il nostro allevamento, un tesoro di qualità e che si è sviluppata in tanti piccoli rivoli nel corso degli anni, anche in periodi di crisi. Uno di questi, Croda Rossa, venne esportata ma è ancora vitalissima a livello di gruppi; Croda Alta, che rimase in Italia per gli Zanocchio a livello di Pattern, è diventata un altro “sviluppo” della famiglia tenuto poi da alcune esponenti della Nuova Sbarra, oltre che dai Villa e Botti. Insomma, un po’ come il Galileo presente in 7 pedigree su 9 dei partecipanti alle Eclipse Stakes di Sandown, avremmo potuto farne un perno ed un nostro marchio di fabbrica. Ma sono passati tanti anni, abbiamo perso tante occasioni e tanti treni sono filati via.
Il rovescio della medaglia è però rappresentato al contrario dal fatto che, in questo particolare periodo storico, vendere non è diventato così delittuoso. Anzi. Siamo italiani, siamo gli stessi della difesa di Caporetto e del contropiede come concezione atavica della vita. Vendere contribuisce a mantenere vive le idee. E solo grazie alle vendite sono possibili ancora miracoli come quello di Beauty Only, al momento il più forte cavallo italiano che il nostro allevamento abbia potuto produrre. Siamo sicuri che le nostre fattrici, vedi quanto accade in Giappone con l’acquisto da parte dei vari Yoshida delle nostre migliori femmine, abbiano ancora un appeal internazionale. E questo lo si deve non tanto alle vendite per far cassetta, ma alle vendite che contribuiscono ad ulteriori investimenti. Sky is the limit, anche in momenti come questi. Ma di Beauty Only, di Falbrav, di Electrocutionist, di Ramonti oppure di Rip Van Winkle (per il quale Roberto Brogi ha osato quando Galileo era accessibile grazie ai contributi statali e non sarebbe mai nato attraverso la sua concezione), non finiremmo mai di parlare. E stessa cosa dei Luciani, dei Bezzera e dei tanti allevatori italiani che ancora cercando di creare il campione facendo perno sull’uso del cervello. La nostra non è solo una miniera in esaurimento, ma una serie di opportunità da cogliere per mantenere vivo il concetto del made in Italy in giro per il mondo. La nostra miniera, in fondo, è forse proprio la forza delle idee. Non molliamo ragazzi!

Gabriele Candi